La frutta secca è l’ingrediente principale del pangiallo romano, parente strettissimo del pan pepato che si caratterizza per la presenza della crosta gialla ottenuta con una glassa dorata.
Si tratta di un dolce di origini molto antico e dalla forma tondeggiante che risale addirittura all’epoca imperiale romana visto che il colore giallo ricordava il giallo.
Pangiallo romano, il dolce di Capodanno
Mettete l’uva passa a bagno per almeno 30 minuti e in un pentolino mettete a scaldare il miele aggiungendo poi la buccia d’arancia. | |
Tritare finemente (ma non troppo per sentirne i pezzi) frutta secca e il cioccolato e poi sistemateli in una ciotola con i canditi, l’uva passa (strizzata) e il cacao. Versate il miele e aggiungete gradualmente anche la farina setacciata. Impastare bene il tutto dividere il composto in quattro (o più) panetti diversi e poi lasciateli riposare in forno spento per un paio d’ore. | |
Preparate la glassa mettendo a scaldare in un pentolino la farina, l’olio e lo zafferano sciolto in un po’ d’acqua per creare il colore giallo della crosta. Aggiungete l’acqua necessaria per formare la pastella fluida con cui potrete spennellare i panetti. | |
Infornate a180° per circa un’oretta e poi sfornate tagliando il pangiallo quando si sarà raffreddato. |
[photo courtesy of instagram]
In tempi più recenti i pasticceri romani lo arricchivano di mandorle e noci, ma è diventati rapidamente un dolce simbolo delle feste da preparare anche in casa anche se in effetti resta un dolce poco noto al di fuori del Lazio. Del pangiallo esistono però diverse varianti contaminate fra cui il Pangiallo Viterbese che vede la presenza del pepe, forse a causa della contaminazione con il Panpepato umbro.
DOLCETTI DI PASTA SFOGLIA CON FRUTTA SECCA
PANGIALLO CON CIOCCOLATO FONDENTE
Commenta!