Visto che siamo ormai vicinissimi alla Pasqua, oggi vi parlerò di un dolce pasquale molto richiesto e che ho assaggiato a casa di alcuni amici siciliani: il Ciciliu. Un tempo era molto costoso regalare le uova di cioccolato la consuetudine era quindi quella di regalare uova sode abbinate a dolci semplici e preparati con i pochi ingredienti presenti a casa. In molte città della Sicilia secondo la tradizione si regalava il Ciciliu: un dolce molto semplice, fatto di pasta di pane lievitata e decorato da uova sode e da glasse di zucchero. Oggi al posto del pane viene utilizzata la pasta frolla, ma le tradizioni legate a questo dolce non sono cambiate e sono ciò che rendono ancora più belle queste ricette tipicamente italiane.
Il Ciciliu
Impastate insieme le uova, la farina setacciata, il lievito e lo zucchero aggiungendo un pizzico di sale. Formate una palla e tagliatela in tanti panetti. | |
A questo punto date ai panetti la forma desiderata: un cesto, un cuore, una colomba, un fiore etc. | |
Prima di infornarle decorate le forme ottenute con le uova sode fissate con dei bastoncini di pasta e aggiungete le codette colorate. | |
Ora adagiate il “ciciliu” su una teglia ricoperta dalla carta forno, spennelate con l’uovo sbattuto il latte e lo zucchero e guarnitelo con le codette ed infornatelo ad una temperatura di 180° per circa 10, 15 minuti, fino a quando diventerà dorato. |
[photo courtesy of Ili6]
Come detto sopra potrete provare a preparare il Ciciliu come veniva realizzato dalle nonne siciliane con la pasta di pane lievitato, oppure la variante è quella di eliminare le uova nell’impasto e utilizzare il burro e l’acqua. In questo caso gli ingredienti sarebbero i seguenti: ( 1 kg. di farina; 250 g. di zucchero; 250 ml. di acqua; 200 g. di burro o strutto; 10 g. di lievito di birra). Questo dolce siciliano aveva diversi nomi a seconda della sua forma e il numero di uova che venivano inserite. Il Ciciliu era a forma di cestino e conteneva di solito due uova, l’Aceddue cu l’ovu e la cuddura avevano un numero di uova dispari. Più uova c’erano, più il destinatario era importante o degno di rispetto. Ancora oggi in alcune città si rispetta la tradizione secondo la quale al fidanzato va la cuddura con 9/11 uova, alla suocera quello con 7, ai cognati con 5 etc.
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