Si chiama pistiddu ed è un raviolo dolce ripieno di marmellata o di miele, il dolce tipico sardo che si prepara in occasione della Festa di Sant’Antonio Abate che cade il 17 gennaio.
È un dolce tradizionale della Barbagia, di Nuoro in particolare: si tratta di un raviolo di sfoglia con ripieno di sapa che sarebbe di mosto cotto o di fichi d’india o di corbezzolo: molto più semplicemente potrete preparare un ripieno a base di miele o di marmellata anche perché il ripieno tende un po’ a variare in base alla zona della Sardegna in cui viene preparato il dolce.
Pistiddu di Sant’Antonio, i ravioli dolci della Sardegna











![]() | Preparate il ripieno: lasciate riscaldare l’ingrediente principale del rioieno, la sapa, il miele o la marmellata e la scorza d'arancia grattugiata. Non appena sta per bollire, versate lentamente sul piano piano la semola e poi mescolate bene fino a quando non avrete ottenuto un composto tipo una marmellata. Lasciare intiepidire. |
![]() | Ora preparate anche la pasta. Amalgamate la semola di grano duro biologica, lo zucchero, un cucchiaino lievito di birra o 1 bustina di lievito per dolci, l’acqua, un pizzico di sale e lo strutto, solo alla fine. |
![]() | Amalgamate bene e non appena avrete ottenuto un composto omogeneo, lasciate riposare per almeno 30 minuti. Riprendete la pasta e create delle sfoglie sottili che dovranno avere una circonferenza di 15 centimetri circa e livellatelo. Aggiungete una seconda sfoglia e premete ancora la pasta ai lati. |
![]() | Ora passate la rotella tagliapasta e create dei disegni sulla superficie con la stessa rotella (ma senza tagliare la sfoglia ovviamente). Lasciate cuocere il vostri dolci a 150° per 30 minuti o a 180° per 20 minuti, ma in ogni caso dovrete osservare la doratura della superficie. |
![]() | Servite il dolce freddo e tagliato a spicchi. In alternativa potrete anche preparare dei mini dolcetti e poi lasciarli cuocere già in monoporzione. |
[photo courtesy of thinkstock]
Se ogni paese vanta il suo miglior Pistiddu, in generale il dolce mantiene una circonferenza compresa fra i 15 centimetri e 20 centimetri e si caratterizza per dei bellissimi rilievi realizzati sulla superficie. Il nome pissidi invece deriva dal verbo pistiddare, a metà strada fra il caramellare e fare una marmellata.
UCCELLETTI DI SANT’ANTONIO, I DOLCI DEL SANTO
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