Il bonet di Cotto e Mangiato

 

21 Dicembre 2011
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Bonet cotto mangiato

Siete pronti per scoprire un dolce della tradizione piemontese probabilmente originario della zona delle Langhe? Si? Allora andiamo a preparare il bonet nella versione di Cotto e Mangiato. Documentandomi su questo dolce, che conoscevo solo per sentito dire, ho scoperto che ne esistono diverse versioni: in alcune si aggiunge del caffè, in altre la scorza grattugiata di un limone, ma Cotto e Mangiato ce lo propone senza: solo uova, latte, amaretti e cacao, con una copertura di caramello.

Bunet





200 gr. amaretti | 200 gr. zucchero | 30 gr. cacao amaro | 5 uova | 1 tuorlo | 3/4 di lt latte caldo | Per il caramello: 200 gr zucchero | qualche cucchiaio di acqua
Versare gli amaretti nel boccale del frullatore ed azionarlo. Aggiungere lo zucchero e il cacao amaro in polvere. Unire le uova, diluire con il latte caldo. Preparare il caramello facendo sciogliere in un padellino lo zucchero con l'acqua. Tenere sul fuoco fino a quando assume un colore ambrato.
Versare il caramello in uno stampo rotondo a ciambella o da plumcake e versare sopra la crema al cioccolato. Cuocere il bonet a bagno maria, dentro il forno coperto da un foglio di carta stagnola sul quale avremo praticato un foro.
Cuocere a 180 C° per circa 45 minuti. La cottura sarà ultimata quando infilzando il bonet con uno stuzzicadenti ne uscirà asciutto.
Sformare il bonet quando è ancora tiepido e servire guarnito con codette di cioccolato o con amaretti sbriciolati a piacere.

Certo è che il risultato finale, un dolce al cucchiaio cremoso e coccoloso, è l’ideale da gustare comodamente seduti sul divano, magari di fronte al camino (per chi abbia la fortuna di possederlo) o mal che vada accoccolati dentro una calda coperta. Se il quadretto appena descritto vi piace, procuratevi tutti gli ingredienti e mettetevi all’opera, la preparazione è semplicissima!

Sempre cercando notizie sull’origine di questo dolce ho scoperto che il suo nome deriverebbe dalla parola piemontese che significa cappello o berretto e che richiamerebbe la forma dello stampo di rame tipico nel quale veniva preparato il bonet. Secondo l’ipotesi più attendibile invece avrebbe preso questo nome in virtù del fatto che veniva servito a conclusione del pranzo o della cena e quindi come cappello a tutte le portate precedenti. Ricordatevi di sfornare il bonet quando è ancora tiepido perchè una volta completamente freddo avrete più difficoltà a fare staccare il caramello dalle pareti.

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