Non so se avete visto che le vetrine e i banconi del supermercato pullulano già di uova di Pasqua. Io le adoro da sempre, soprattutto perchè da bambina ne ricevevo almeno una decina ogni anno, che sommate a quelle di mio fratello diventavano una discreta quantità, per la gioia (si fa per dire) di mia madre che non sapeva davvero dove metterle. A proposito, il cioccolato avanzato delle uova di pasqua, oltre che essere riciclato in una serie di dolci, come vedremo in seguito, può essere ridotto in pezzi e congelato. Ma tornando alle uova, vi siete mai chiesti quale sia lo loro origine?
Come wikipedia insegna, le uova di Pasqua hanno origini antichissime, da sempre sono state identificate come il simbolo della vita, tra i Persiani vi era già la consuetudine di regalarle in prossimità dell’arrivo della primavera. L’usanza invece di regalare uova decorate, inizia a prendere piede nel Medioevo, quando queste iniziarono a costituire un dono con cui omaggiare la servitù, e sempre in questo periodo l’uovo diventa simbolo della rinascita dell’uomo in Cristo. Ancora nel Medioevo si assiste all’usanza di rivestire le uova con materiali preziosi, come ad esempio l’oro, che costituiranno doni per i nobili.
Ma l‘uovo di Pasqua, quello che tutti conosciamo, si deve sicuramente ad un orafo, Peter Carl Fabergé, il quale su commissione dello zar creò un uovo decorato contenente all’interno un altro uovo, in oro, e due ulteriori doni. Da quì nasce la presenza della “sorpresa” che tanto fa sperare grandi e bambini al momento dell’apertura dell’uovo di cioccolata.
Tra quelle più particolari ci sono le uova colorate di rosso, invece, simbolo del sangue di Cristo e della passione, che fanno parte della tradizione greco ortodossa. Che sia di cioccolato, sodo, decorato, colorato, di carta pesta e chi più ne ha più ne metta l’uovo è sicuramente uno dei simboli della tradizione pasquale, di rinascita, di dono augurale, irrinunciabile dai più.
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